Propongo un percorso per immagini sulle orme della pur breve presenza di Michelangelo a Bologna. Parto dall'aquila su Palazzo D'Accursio, poco a lato della statua del Gigante del Gianbologna. Poi mi sposto verso la Basilica di San Petronio, per osservare sulla facciata le sculture di Jacopo della Quercia, che contribuirono alla formazione artistica del Buonarroti. Proseguendo poi in Piazza Galvani, dietro la Basilica di San Petronio, mi soffermo davanti allo stabile, alle spalle della statua di Galvani, che ospitò (come recita la lapide) la fucina dove Michelangelo nel 1506 fuse la statua in bronzo di Giulio II, in occasione del suo secondo soggiorno bolognese. Infine, con gli occhi alzati ad osservare gli splendidi Portici Liberty in angolo tra Via Farini e Piazza Cavour, raggiungo la meta finale: l’Arca di San Domenico nella Basilica dedicata al Santo, dove Michelangelo ci ha lasciato tre statue scolpite in occasione del suo soggiorno nel 1494. Si nota già in queste prime opere, uno stile peculiare e distinto rispetto a quello delle altre statue.
Aggiornato il 10 ottobre 2023
Il primo viaggio a Bologna (1494-1495) coincide per Michelangelo con un passaggio cruciale della sua vita. In seguito alla morte di Lorenzo de’ Medici (1492), suo mecenate, il Buonarroti lascia Firenze, città nella quale egli si stava formando artisticamente. Di ritorno da Venezia, dove non aveva trovato committenze, passa per Bologna, città che ha appena introdotto un balzello per accedervi, 50 bolognini. Egli non è in grado di pagare ed in suo soccorso viene Giovan Francesco Aldrovandi, che lo assume come lettore prima, come scultore poi, in seguito alla scomparsa di Niccolò dell’Arca, per completare la duecentesca Arca che diede il soprannome a Niccolò e nella quale si conservano le spoglie di San Domenico nell’omonima Chiesa. Così sono attribuite a Michelangelo ed ancora presenti in San Domenico tre statue: San Petronio, l’Angelo portacero e San Procolo. In tutte queste sculture si possono osservare in embrione i tratti che poi avrebbero caratterizzato le successive grandi opere del Buonarroti, e non è estranea l’influenza che ebbero su di lui le sculture di Jacopo della Quercia (1374-1438), ad iniziare dalle statue poste sulla porta principale della Basilica di San Petronio con le formelle poste sotto di esse. Dodici anni dopo la sua prima venuta, Michelangelo torna a Bologna, di malavoglia, per realizzare una statua in bronzo di Papa Giulio II della Rovere, che, nel frattempo, aveva organizzato la cacciata dei Bentivoglio dalla città. Non si hanno notizie precise di questa unica opera bronzea, ma solo che fu forgiata in una bottega allora presente in Piazza Galvani e collocata in San Petronio, subito sopra le tre statue di Jacopo della Quercia. Posta nel 1508 e prontamente abbattuta e distrutta al rientro di Annibale Bentivoglio a Bologna nel 1511, con i resti della statua si costruì la più grande colubrina del tempo, la “Giulia”, probabilmente usata dai Lanzichenecchi nell’assedio di Roma. Dopo questa esperienza, Michelangelo se ne andò da Bologna e non vi mise più piede né realizzò mai più un’altra statua in bronzo.
Complimenti per le foto, sempre spettacolari. Chiaro ed esaustivo anche il contenuto. Fa piacere vedere tanta armonia specie se riflettiamo sulla disarmonia e l’arroganza del mondo attuale.
Maria Cristina
Maria Cristina condivido in pieno le tue considerazioni e questo blog è anche uno strumento per condividere sensazioni comuni, fotografiche, ma non solo. Guido
Ringrazio sempre delle bellissime foto che fanno piacere e in questo modo apriamo gli occhi sull’immensa italianità dell’arte. Franca Tassoli