I Gesuiti, i Padri della Compagnia di Gesù fondata nel1534 da Ignazio di Loyola, acquisiscono grande fama come teologi ed educatori dei giovani, espandendosi in tutto il mondo. Arrivano a Bologna a metà del Cinquecento e si insediano in un isolato compreso tra Via Castiglione, Via Cartoleria e Via De’ Chiari, rimodellando l’area del Borghetto di Santa Lucia per le loro funzioni spirituali educative. Così nel tempo sorgono la Chiesa di Santa Lucia (dove sorgeva una più antica Chiesa fondata nel 1208, ed oggi sede dell’Aula Magna dell’Università), il Collegio San Francesco Saverio o Collegio dei Nobili (nell’area dell’attuale teatro Duse), il Collegio San Luigi o Collegio dei cittadini (o dei borghesi), in angolo tra Via Cartoleria e Via De’ Chiari (oggi trasferito in Via d'Azeglio) ed il Collegio di Santa Lucia (che oggi ospita il Liceo Galvani). All’interno di quest’ultimo troviamo la Libreria di Santa Lucia, oggi conosciuta come Biblioteca Zambeccari, voluta dai Gesuiti per ospitare l’ampio patrimonio librario che avevano accumulato nel tempo. Nel progetto originario l’architetto Giuseppe Antonio Ambrosi non prevede l’ingresso dall’esterno, perché la Biblioteca era riservata ai Padri della Compagnia e ai loro studenti.
I lavori di realizzazione iniziano nel 1742. Nel maggio si concretizza la possibilità di beneficiare della donazione Zambeccari-Sbaraglia, che consisteva in libri e in una rendita annuale in grado di ridurre lo sforzo finanziario dei Gesuiti. La donazione era subordinata all’apertura al pubblico della Libreria, come voleva la nuova sensibilità diffusa dall’Illuminismo, in una città che non aveva ancora una Biblioteca pubblica. Per consentire anche l’accesso dall’esterno, Ambrosi modifica il progetto originario con la costruzione di una scala, di forma romboidale, all’interno di un vano rettangolare attigua all’atrio quadrato, attraverso cui si accede alla Libreria vera e propria. Appena ultimata la costruzione, si inizi la decorazione degli interni secondo canoni tardo-barocchi. Ad essa collaborano Nicola Bertuzzi e Giuseppe Marchesi come pittori figuristi, Pietro Scandellari come pittore ornatista e quadraturista, Antonio Calegari come scultore d’ornato. Il ciclo degli affreschi è stato ideato quasi certamente da un padre della Compagnia e risponde al proposito didascalico di illustrare la visione cristiana della sapienza. Nel 1744 la Biblioteca Zambeccari è ultimata, ma la prima Biblioteca pubblica della città aprirà solo nel 1752, ultimo grande intervento dei Gesuiti nel loro complesso bolognese, prima della soppressione del loro ordine nel 1773.
Bellissime foto di un tesoro di Bologna che ancora non conoscevo. Grazie!
Grazie Elena