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I Portici di Bologna Patrimonio UNESCO – The Porticoes of Bologna UNESCO heritage

I Portici sono una caratteristica di Bologna, assieme alle sue Torri. Per il loro aspetto storico, artistico e culturale sono diventati nel 2021 patrimonio dell'Umanità UNESCO. Gli oltre 38 chilometri di portici cittadini (che raggiungono i 53 chilometri con quelli fuori le mura), nascono per ragioni pratiche, dopo l'anno Mille, quando Bologna inizia a conoscere un forte incremento della popolazione, indotto dall’Università e dall’immigrazione dalle campagne vicine. I bandi comunali promettevano la libertà mediante lo scioglimento dalla servitù della gleba. Di fatto nel 1257 il Comune di Bologna riscatta dai nobili i servi della gleba, con uno storico documento chiamato Liber Paradisus, contribuendo ad accrescere il numero di abitanti della città.

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Il Portico ligneo del '200 secolo di Casa Azzoguidi in Via San Niccolò a Bologna
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Il Portico di Palazzo del Podestà ('200), trasformato da Giovanni II Bentivoglio nel 1483
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Il Portico del Teatro Arena del Sole in VIa Indipendenza a Bologna
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Quadriportico della Basilica di Santa Maria dei Servi a Bologna
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Antonio di Vincenzo (inizio a fine '300), Quadriportico della Basilica di Santa Maria dei Servi a Bologna
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Portico quattrocentesco del Palazzo del Monte di Pietà, in Via Indipendenza a Bologna
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Portico di fine '800 del Palazzo della Cassa di Risparmio in Bologna in via Farini
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Il Portico Liberty in angolo tra Via Farini e Piazza Cavour a Bologna
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Portico ligneo duecentesco in via Marsala a Bologna
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Portici di Case Beccadelli-Tacconi ('200-'400) in Piazza Santo Stefano a Bologna
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Portico ligneo del '200 di Palazzo Grassi in via Marsala a Bologna
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Portico ligneo del '200 di Casa Isolani in Strada Maggiore a Bologna
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Portico ligneo del '200 di Casa Isolani , Strada Maggiore a Bologna
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Portico Liberty in Via Farini a Bologna
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Portico di Palazzo Tanari (1671) in via Galliera con la Sacra Famiglia di Giacomo de Maria (1785-86)
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Portico di Palazzo Fava in via Manzoni fronteggia la Chiesa di Santa Maria di Galliera o dei Filippini
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Portico di Palazzo Bolognini in Via Santo Stefano a Bologna-2
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Il Portico liberty di Casa Stagni, già Scappi, sulla ex Via Canton de' Fiori, ora Via Indipendenza
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Portico cinquecentesco di Palazzo Vizzani Lambertini Sanguinetti in via Santo Stefano 43 a Bologna
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Portici dei Palazzi, da sinistra, Isolani, Bolognini, Bianchini in Piazza Santo Stefano a Bologna
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Il Portico rinascimentale del Barracano ('400), voluto da Giovanni Bentivoglio in Via Santo Stefano a Bologna
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Il Portico più alto di Bologna, Palazzo arcivescovile in VIa Altabella, sfiora i dieci metri
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Portico e Cortile della Chiesa di San Girolamo della Certosa a Bologna
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Il Portico ligneo di Casa Rampionesi (XII secolo) in Via del Carro a Bologna
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Il Portico ligneo del '400 di Casa Gombruti nella via omonima a Bologna
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Il Portico detto della Morte nell'attuale Via De' Musei a Bologna
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Il Portico gotico del Palazzo della Mercanzia (XIV secolo) nell'omonima Piazza di Bologna
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Il Portico di San Luca raggiunge il Santuario della Madonna di San Luca sul Colle della Guardia
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Il Portico di San Bartolomeo, progetto Andrea da Formigine ('500) per il Palazzo Gozzadini mai realizzato
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Il Portico dell'Orologio o di Accursio ('300) nell'omonimo Palazzo su Piazza Maggiore a Bologna
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Il Portico del Pavaglione ('400) da piazza Galvani verso il Portico dei Banchi, in Piazza Maggiore a Bologna
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Il Portico bentivolesco ('500) in Via Zamboni affianca la Chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna
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Case Schiavina con sporti e beccadelli (secolo XIII) in via Clavature a Bologna
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Capitello cinquecentesco del Portico dei bastardini con bambino in fascie in Via d'Azeglio a Bologna
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Il cinquecentesco portico dell'Ospedale degli Innocenti, detto dei bastardini, in Via d'Azeglio a Bologna
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Portici di Bologna, Palazzo Marescotti-Brazzetti in via Barberia n.4

 

Per far fronte all'emergenza abitativa, si aumentano gli spazi delle case con quello che oggi chiameremmo un “abuso edilizio”, ampliando cioè i piani superiori con sporti in legno, sorretti all’inizio dal prolungamento delle travi portanti del solaio (beccadelli) ed in seguito anche da colonne di sostegno dal basso. Alcuni di questi portici si possono ancora osservare in città. La “sanatoria” non si fa attendere: il Comune, a partire dal 1288, stabilisce l’obbligo del portico per tutte le nuove case, mentre quelle già esistenti che ne fossero prive, erano tenute ad aggiungerlo, pena il pagamento di una tassa apposita (che solo le famiglie più ricche bolognesi, come per esempio gli Albergati di via Saragozza ed i Fantuzzi in via San Vitale, potevano permettersi). Il vantaggio era evidente sia per il Comune che per gli utenti: il suolo ricoperto dal portico rimane di proprietà privata, lasciando al proprietario l'onere del mantenimento, ma il suo uso è pubblico e la libertà di passaggio è garantita. Il portico, quindi, nato come un ampliamento degli spazi abitativi, scopre col tempo anche altre sue funzioni. Diventa un mezzo per l'espansione di attività commerciali ed artigiane, rendendo nel contempo meglio abitabili i pianterreni, isolandoli dalla sporcizia e dai liquami delle strade. Offre delle comodità per i cittadini, riparandoli dalle intemperie e dal sole, permettendo loro di percorrere le strade con qualsiasi condizione atmosferica, una sorta di salotto all’aperto, punto di incontro sia per “fare due chiacchiere”, che per attività commerciali e conviviali.

La tradizionale costruzione dei portici bolognesi prosegue in epoca rinascimentale e giunge fino ai giorni nostri: non riguarda solo abitazioni nobiliari e senatorie, ma anche case più modeste, grandi edifici religiosi, pubblici uffici ed edifici commerciali. Questo spiega la varietà di dimensioni e tipologie che ancora oggi sono presenti nel portici bolognesi, che variano in larghezza (il più largo è il quadriportico della Chiesa dei Servi, il più stretto quello di via Senzanome), in altezza (il più alto in via Altabella sfiora i 10 metri) ed in lunghezza: il portico Archiginnasio, detto anche del Pavaglione, opera del Terribilia del 1563, è lungo 139 metri su 30 arcate. Il portico più lungo e famoso fuori le mura della città è quello di San Luca, costruito tra il 1674 e il 1721. Con i suoi 3.796 metri e 666 arcate favorisce il pellegrinaggio dei bolognesi e dei turisti fino alla cima del Colle della Guardia, dove si eleva il Santuario della Madonna di San Luca.

8 thoughts on I Portici di Bologna Patrimonio UNESCO – The Porticoes of Bologna UNESCO heritage

  1. queste particolari foto sui nostri portici e così ben riprese da te ci rendono orgogliosi della nostra città-
    Grazie, e bravo come sempre. ciao

    • Grazie Francesco, in effetti quando si scattano certe foto, è sempre necessario e interessante curare anche l’aspetto storico.

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