I palazzi nobiliari bolognesi rappresentano, assieme ai portici, un simbolo distintivo della città. I più famosi sono quelli senatorii, le dimore delle famiglie aristocratiche che, tra il 1466 e il 1797, fecero parte del Senato bolognese. Il '500 è il secolo decisivo per l'assetto politico e, di conseguenza, fisico della città di Bologna. In questo secolo avviene il consolidamento delle famiglie egemoni, attraverso l'investimento dei capitali accumulati con la mercatura, con l'attività bancaria, con l'attività industriale legata alla produzione e alla lavorazione della seta e della canapa e, in più, rispetto ad altre città, con l'esercizio della professione forense e medica, legate al grande prestigio dello Studio cittadino (1).
Il palazzo è simbolo della sicurezza, della cultura, della collocazione nella città e le sue forme architettoniche contraddistinguono il grado di prestigio della famiglia che lo abita. Tanto è vero, che, in alcuni casi, il privilegio può annullare l'obbligo del portico. Gli scaloni di accesso diventano in alcuni casi importanti e imponenti, tanto da presentare al visitatore in modo adeguato ciò che lo aspetta nelle successive stanze del palazzo. Ancora oggi se ne possono osservare, come ricorda Eugenio Riccomini, e passeggiando, è consentito intrufolarsi negli androni dei palazzi, scoprire cortili e scaloni, sbirciare affreschi (2). Con gli scatti che seguono ho cercato di "sbirciare" in alcuni di questi palazzi storici.
(1) Gianpiero Cuppini, I palazzi senatorii a Bologna, architettura come immagine del potere, Zanichelli, Bologna, 1974. (2) Il perditempo, passeggiate per Bologna, Tipoarte Bologna, 2000.