La famiglia Aldrovandi appartiene al novero della più antica nobiltà senatoria bolognese. Aggregata al Senato cittadino nel 1467, fra i membri della famiglia, merita un cenno particolare Ulisse Aldrovandi (1522-1605), il grande medico e naturalista che a fine ‘500 impianta il Giardino dei Semplici (piante officinali) ove ora c’è l’ex Sala Borsa nel Palazzo Comunale. Fin dal 1463, la famiglia inizia ad acquistare alcune case situate in via Galliera, e già nei primi decenni del ‘500 inizia la costruzione del nuovo edificio, poi ampliato dal cardinale Pompeo Aldrovandi a partire dal 1725. L’opera, completata nel 1752, rispecchia le linee architettoniche che attualmente la configurano. La progettazione dell'edificio, iniziata da Francesco Angelini, viene completata da Alfonso Torreggiani. L'opera pittorica, che orna prevalentemente gli interni del piano nobile, intrapresa attorno al 1755, si deve in massima parte a Vittorio Bigari, per gli affreschi, e a Stefano Orlandi per gli ornati. Nel 1860 l’edificio è acquistato da Camillo Montanari.
Nel 1690 Filippo Maria Aldrovandi eredita dallo zio materno, Riniero Aldrovandi, a sua volta erede dell’estinta famiglia Marescotti, una Villa in via Toscana 19, nella prima periferia di Bologna. La svolta architettonica si ha quando la Villa passa in eredità al nipote di Filippo Maria, Gianfrancesco Aldrovandi Marescotti, attore dilettante, commediografo e cultore appassionato di teatro. Questi affida all’architetto Francesco Tadolini, poco dopo la metà del ‘700, i lavori di ammodernamento necessari a trasformare il Palazzo, fino a renderlo la residenza che vediamo ancora oggi, primo esempio di architettura neo-palladiana a Bologna. Gianfrancesco decide di realizzare anche un prezioso Teatro privato nell'ala sinistra, inaugurato il 24 settembre 1763, unico esempio di Teatro privato suburbano bolognese, ancora attivo. La Villa passa ai marchesi Mazzacorati alla fine del ‘700.
a dir poco, molto belle…
Grazie delle magnifiche immagini. Speriamo che Palazzo Montanari venga restaurato.