Le immagini di questo articolo rappresentano Bologna come una sorta di Pinacoteca allestita all'interno delle sue Chiese, anche le cosiddette "minori”, così definite perché meno conosciute di altre, ma di certo non meno interessanti. L’ispirazione è suggerita dalla lettura dei testi di Eugenio Riccomini (*). Secondo l’autore, infatti, "questa nostra città, pur priva di capolavori sublimi e obbligatori (…) invita alla scoperta: passeggiando, è consentito intrufolarsi negli androni dei palazzi, scoprire cortili e scaloni, sbirciare affreschi, entrare e uscire dalle chiese, annusare sacrestie, socchiudere portoni". Vivere insomma la città, anche mentre si è intenti ad altro, osservandone gli aspetti artistici che a volte si possono notare anche solo alzando lo sguardo. Del professor Riccomini ho sempre stimato la capacità di suscitare interesse in campo artistico, anche in profani come me. La sua abilità è quella di stuzzicare la curiosità di chi osserva un’opera d’arte, specie se la si inserisce nel preciso contesto storico e sociale in cui è stata realizzata, o successivamente restaurata, senza pregiudizi o timori reverenziali nei confronti dell’autore.
(*) "Il perditempo", Passeggiate per Bologna, Edizioni Tipoarte, Bologna, 1989 (ristampa, 2000) e "Un itinerario per scoprire le cinquanta cose più belle della città di Bologna", Nuova Alfa Editoriale, Bologna, 1991 (ristampa, 2000).