Pubblicando questi scatti di strada di Bologna, ho ripensato alle parole del professor Eugenio Riccomini, preludio del suo Il Perditempo: Bologna, si dice, è una città ancora atta al passeggio. Passeggiando, è consentito intrufolarsi negli androni dei palazzi, scoprire cortili e scaloni, sbirciare affreschi, entrare e uscire dalle chiese, annusare sacrestie, socchiudere portoni. Si può insomma, nei ritagli di tempo e deviando solo leggermente dal proprio itinerario, fare un po' di shopping visivo insolito e per di più gratuito. Si scopriranno cose non eccelse, schivate dai manuali di storia dell'arte: che meritano però una breve deviazione, scantonando di poco mentre si va a far compere o a pagare una multa.
Guardando un po’ in su, mentre si passeggia sotto i portici, è facile imbattersi in immagini di sacre. Inserite nei muri della casa a protezione della stessa, hanno rappresentato anche un punto di riferimento per indicare luoghi di incontro. Un tempo alcune erano illuminate, un punto di luce nell’oscurità della notte.