Nel Rinascimento veneziano si inizia ad usare il termine villeggiatura ad indicare l’usanza di risiedere presso le Ville di campagna durante certi periodi dell’anno. E questo facevano anche i Paleotti quando si recavano nella cinquecentesca Villa eretta nei pressi di Minerbio, poi passata alla famiglia Isolani nel 1807.
La famiglia Paleotti è fortemente legata all’immagine del Cardinale e Vescovo di Bologna, Gabriele Paleotti (1522–1597), figura di spicco del Concilio di Trento (che proprio a Bologna ha una sua sede dal 1547 al 1549) e della conseguente Controriforma in campo artistico. Con una politica di vera e propria iconofila, la Chiesa Cattolica, con uno degli ultimi decreti del Concilio di Trento datato 1563, ribadisce e riconferma la necessità, nel campo dell’arte, di raffigurazioni "reali", prive di invenzioni manieriste. Nel suo “Discorso intorno alle immagini sacre e profane” (1582), il Cardinale Paleotti delinea una sorta di dottrina tridentina della pittura, che sfocerà nel secolo Barocco, nella cui scia si innesta la “rivoluzione naturalistica” dei Carracci con la loro Accademia pittorica dei Desiderosi, in seguito, Accademia degli Incamminati. Non è un caso che gli affreschi recentemente restaurati a Villa Paleotti Isolani siano attribuiti proprio alla scuola di Ludovico Carracci, che si avvale di Cesare Baglioni per le quadrature prospettiche.