Città turrita per eccellenza, Bologna possedeva in epoca medievale un panorama urbano costellato di quasi 100 torri, funzionali dal punto di vista strategico e militare, ma anche per ribadire il prestigio delle rispettive famiglie proprietarie. Delle 24 torri superstiti, oggi le più famose e simbolo di Bologna sono le Due Torri, Asinelli e Garisenda in Piazza di Porta Ravegnana. Si innalzano in uno slargo anticamente chiamato Porta Ravegnana, perché da li partiva la via San Vitale per Ravenna (per il prezioso sale di Cervia e Comacchio). Porta Ravegnana era la più importante delle quattro presenti nelle prime mura in selenite della città, perché da quel crocevia si diramavano anche altre grandi vie di comunicazione, quali la via Emilia (oggi Strada Maggiore) per la Romagna e Roma, e la via Santo Stefano, per Firenze.
Torre Asinelli prende il nome da una influente famiglia ghibellina bolognese del XII secolo, alla quale alcune fonti attribuiscono la costruzione fra il 1109 e il 1119. Pende leggermente per 2,23 metri verso ovest ed è possibile, salendo i 498 gradini della sua scala interna, raggiungere la cima posta a 97,20 metri per godersi un panorama esclusivo su Bologna. Nel 1488 Giovanni II Bentivoglio fa costruire ai suoi piedi un portico chiamato la Rocchetta. Torre della Garisenda, terminata prima della Asinelli nel 1110 e attribuita ai Garisendi, prosperosa famiglia di cambiatori di fede ghibellina, in origine aveva un'altezza di circa 60 metri, poi ridotta a 48 metri nella seconda metà del XIV secolo, in seguito ai cedimenti strutturali del terreno delle fondamenta. Per questo motivo è evidente ancora oggi la forte pendenza, circa 3,22 metri. È stata citata più volte da Dante nella Divina Commedia (inserita nel XXXI Canto dell’Inferno) e ne Le Rime.
Secondo Tiziano Costa* le Due Torri, le prime ad essere innalzate in città, vengono costruite fuori dalle prime mura in selenite, prettamente per scopi militari, dall’autorità imperiale del tempo, Enrico V, che nel 1111 nomina Vicaria Imperiale in Italia Matilde di Canossa. In seguito, la loro proprietà passa agli Asinelli e Garisendi, famiglie ghibelline emergenti in quel periodo.
*Bologna in giro, Costa editore, 2019, pag. 35
Articolo aggiornato il 10 novembre 2023
wow che meraviglia! complimenti Guido, riesci a fare il turista in casa, nella nostra bella città.
Grazie per il graditissimo invio di foto sempre meravigliose.
Grazie per i tuoi complimenti, Lilia. Questo virus ci rende in effetti molto “casalinghi”, anche nelle foto scattate.
Ciao Guido , che dire , è sempre un piacere vedere i tuoi lavori. Complimenti per le bellissime foto. Un abbraccio Sonia
Un caro saluto anche a te, Sonia. Ormai ci si può incontrare solo per immagini.
Bellissime le tue foto della nostra città e bravo tu a portarci a spasso attraverso questi scatti.
Grazie ciao
Di questi tempi è un piacere poter “visitare” la nostra Bologna. Ciao Franca.
Complimenti, come sempre, per le foto molto belle, e per queste piccole perle di consocenza!
Grazie Michela per i complimenti, per la parte storica spero di essermi documentato a sufficienza.