Propongo qui le immagini di luoghi che ancora oggi testimoniano la presenza dei Bentivoglio a Bologna. In particolare, due costruzioni che si affacciano sulla odierna via Zamboni: la Chiesa di San Giacomo Maggiore, che conserva al suo interno la Cappella Bentivoglio, e l’Oratorio di Santa Cecilia. Uno sguardo anche al Teatro comunale, perché edificato sull'area dove si ergeva il grande Palazzo Bentivoglio con le sue scuderie su Piazza Verdi. I Bentivoglio sono stati Signori di Bologna, in lotta con il potere papale, dal 1401 al 1506. La supremazia della famiglia inizia dopo la cacciata del Legato Pontificio, quando Giovanni I Bentivoglio si allea con i Visconti di Milano e conquista la Signoria di Bologna. Nel 1462, l'erede della famiglia, il ventenne Giovanni II Bentivoglio, sale al potere e lo detiene per quarant'anni. In quel periodo la città conosce un nuovo prestigio, grazie al collegamento diplomatico con gli altri Stati italiani e alla realizzazione di un considerevole patrimonio artistico. Le trasformazioni edilizie, la costruzione di Chiese e Palazzi e l'ammodernamento di quelli preesistenti, il loro arricchimento con nuove preziose opere pittoriche, oltre a modificare radicalmente il volto di Bologna, conferiscono in quel periodo alla città un'indelebile impronta rinascimentale.
In particolare, viene eretto il Palazzo Bentivoglio, giudicato allora fra i più belli e i più vasti d'Italia. Costruito, per volontà di Sante Bentivoglio, in strada San Donato, oggi via Zamboni, a partire dal 1460, viene successivamente portato a termine da Giovanni II, nell'area oggi occupata dal Teatro Comunale e dai Giardini di via del Guasto, nome che ricorda le macerie della residenza bentivolesca, distrutta completamente dopo la cacciata dei Bentivoglio da Bologna. In questo periodo studiano a Bologna, tra gli altri, Giovanni Pico della Mirandola e Niccolò Copernico ed affluiscono alla corte della Signoria gli artisti della Scuola Ferrarese, mentre Niccolò dell'Arca completa l'arca marmorea, che raccoglie i resti di San Domenico, alla cui realizzazione collabora anche Michelangelo con tre statue. L'ingegnoso architetto Aristotele Fioravanti, a cui si deve il portico del Palazzo del Podestà, è persino in grado di spostare torri mediante imbracature ingegneristiche futuristiche. La corte bentivolesca non solo gareggiava ma primeggiava fra le corti rinascimentali italiane. Ne sono testimonianza i capolavori che ho fotografato qui sopra. Con la cacciata dei Bentivoglio, Bologna rimane per quasi tre secoli, fino alla fine del '700, stabilmente inglobata nello Stato della Chiesa.