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I Pepoli, Signori di Bologna

La Famiglia Pepoli è presente a Bologna fin dal secolo XII. Proveniente dalla campagna imolese, si insedia nella zona del Cambio, l'attuale Piazza della Mercanzia, ed esercita il commercio delle stoffe, poi sostituito dall'attività bancaria, tanto redditizia da rendere i Pepoli una delle famiglie più ricche d’Italia, con possedimenti persino in Puglia e Sicilia. Tale ricchezza si manifesta nei due Palazzi eretti lungo il corso della via Castiglione, uno di fronte all'altro, tali da costituire un vero e proprio personale quartiere urbano. Primo tassello, Palazzo Pepoli Vecchio, edificato lungo l'alveo del canale Savena per volere di Taddeo Pepoli nel 1344, quando la famiglia assume la Signoria sulla città.

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Palazzo Pepoli Vecchio, su via Castiglione e Bologna
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Affreschi a Palazzo Pepoli Vecchio-2
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Affreschi a Palazzo Pepoli Vecchio-1
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Ingresso di Palazzo Pepoli Campogrande su via Castiglione a Bologna
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Scalone d'onore di Palazzo Pepoli Campogrande a Bologna
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Domenico Maria Canuti, Apoteosi di Ercole, 1669-1671, Salone d'Onore di Palazzo Pepoli Campogrande-7
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Domenico Maria Canuti, Apoteosi di Ercole, 1669-1671, Salone d'Onore di Palazzo Pepoli Campogrande-5
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Domenico Maria Canuti, Apoteosi di Ercole, 1669-1671, Salone d'Onore di Palazzo Pepoli Campogrande-1
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Domenico Maria Canuti, Apoteosi di Ercole, 1669-1671, Salone d'Onore di Palazzo Pepoli Campogrande-10
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Domenico Maria Canuti, Apoteosi di Ercole, 1669-1671, Salone d'Onore di Palazzo Pepoli Campogrande-15
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Domenico Maria Canuti, Apoteosi di Ercole, 1669-1671, Salone d'Onore di Palazzo Pepoli Campogrande-11
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Domenico Maria Canuti, Apoteosi di Ercole, 1669-1671, Salone d'Onore di Palazzo Pepoli Campogrande-13
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Giuseppe Maria Crespi, Sala delle Stagioni, 1699-1700, Palazzo Pepoli Campogrande-3
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Giuseppe Maria Crespi, Sala delle Stagioni, 1699-1700, Palazzo Pepoli Campogrande-8
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Giuseppe Maria Crespi, Sala delle Stagioni, 1699-1700, Palazzo Pepoli Campogrande-6
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Giuseppe Maria Crespi, Sala dell'Olimpo, 1699-1700, Palazzo Pepoli Campogrande-3
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Giuseppe Maria Crespi, Sala dell'Olimpo, 1699-1700, Palazzo Pepoli Campogrande-7
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Giuseppe Maria Crespi, Sala dell'Olimpo, 1699-1700, Palazzo Pepoli Campogrande-4
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Giuseppe Maria Crespi, Sala dell'Olimpo, 1699-1700, Palazzo Pepoli Campogrande-6
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Giuseppe e Antonio Rolli, Il Trionfo di Felsina, 1690, Palazzo Pepoli Campogrande-5
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Giuseppe e Antonio Rolli, Il Trionfo di Felsina, 1690, Palazzo Pepoli Campogrande-8
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Giuseppe e Antonio Rolli, Il Trionfo di Felsina, 1690, Palazzo Pepoli Campogrande-7
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Giuseppe e Antonio Rolli, Il Trionfo di Felsina, 1690, Palazzo Pepoli Campogrande-1
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Donato Creti e Marc'Antonio Chiarini, Alessandro Magno taglia il nodo gordiano, 1710, Palazzo Pepoli Campogrande
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Castello di Palata Pepoli, 1540, Crevalcore, Bologna Metropolitana

Dopo la Signoria, la Famiglia diviene senatoria nel 1506. Palazzo Pepoli Nuovo sorge per volontà di Odoardo Pepoli nel tardo Seicento, a partire dal 1653. La fronte su via Castiglione viene attribuita al disegno di Giovanni Battista Albertoni. Questo palazzo, come il vecchio, presenta una struttura a condominio nobile molto vasta, unificato dal nome dalla famiglia, in cui sono definite le parti comuni, ad iniziare dallo scalone d’onore a pianta quadrangolare, sul lato destro del cortile interno, adornato in alto da cornici ovali in stucco raffiguranti I fatti di casa Pepoli, opera di Domenico Maria Canuti (1665). Comuni sono anche le dispense (credenza), le cucine, la cavallerizza e soprattutto la gran sala senatoria ad uso pubblico del palazzo, a disposizione di quel membro della famiglia che occupa il seggio senatorio. Sul soffitto del salone d’onore, lo stesso Canuti esegue l'affresco Apoteosi di Ercole nell'Olimpo, sullo sfondo delle quadrature dipinte da Domenico Santi, detto il Mengazzino. Le altre sale dell’appartamento sono decorate da dipinti di prestigio dei fratelli Giuseppe e Antonio Rolli, di Giuseppe Maria Crespi, detto lo Spagnolo, che, con il suo stile non convenzionale, realizza per il conte Ercole in due stanze Il Trionfo di Ercole (le Stagioni) e l'Olimpo. Infine Donato Creti conclude questa carrellata in una sala successiva con un ardito scorcio raffigurante Alessandro che taglia il nodo gordiano, su commissione appunto del conte Alessandro. Oggi questo complesso ospita la Pinacoteca nazionale di Bologna.

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