Giovanni Francesco nasce nel 1591 a Cento, tra Bologna e Ferrara. Lo strabismo, che gli vale il soprannome di Guercino, non preclude sin da bambino un particolare talento per il disegno, tanto che a otto anni realizza sulla facciata della sua casa di Cento, demolita, il disegno della “Madonna di Reggio”. È stato un geniale autodidatta, che si guarda intorno e si ispira a vari modelli in grado di influenzare ed indirizzare il suo stile. Guercino nel 1607 studia presso Benedetto Gennari, ma intanto osserva le opere del Caravaggio, di Ludovico Carracci a Bologna, di Carlo Bonomi e dello Scarsellino a Ferrara, fino a Venezia, quando, durante un viaggio nel 1618, può ammirare le opere di Tiziano e Jacopo Bassano, senza dimenticare l’influenza/rivalità con Guido Reni. La sintesi che offre nelle sue opere è un modello di pittura assolutamente personale, connotato da un profondo senso del naturalismo, reso ancor più efficace da quella teatralità, nei gesti e nell’uso del colore, che fanno di lui uno degli artisti più rappresentativi della fase matura del Barocco del Seicento.
La sua prima esperienza bolognese del 1617 è stata importante per l’incontro con Ludovico Carracci, che pone in lui grande stima, quando dichiara, in una lettera indirizzata all’amico Ferrante Carli: “Qua vi è un giovane di patria di Cento, che dipinge con somma felicità d’invenzione. È un gran disegnatore, e felicissimo coloritore; è un mostro di natura, è miracolo da far stupire chi vede le sue opere”. In quegli anni, sempre a Bologna, Guercino si mette a servizio del Cardinale Alessandro Ludovisi, futuro Papa Gregorio XV, che, salito al soglio pontificio, lo porterà a Roma dal 1621 al 1623, contribuendo ad aumentare la sua fama e con essa le commissioni, sempre ben gestite dal suo studio a carattere famigliare (con al suo fianco i Gennari ed il fratello Paolo Antonio), ben organizzato grazie anche al famoso Libro dei Conti tenuto dal fratello.
La fama raggiunta a livello nazionale ed internazionale non lo distoglie dal forte legame con Cento, la sua città natale, per la quale produrrà sempre opere di notevole pregio.
Bologna, viceversa, diventerà la sua seconda casa, quando dal 1642, casualmente l’anno della scomparsa di Guido Reni, il Guercino si trasferisce in città con i familiari in una grande casa studio in Via Sant’Alò 3. A Bologna troverà la morte nel 1666 e la successiva tumulazione nella Chiesa di San Salvatore.
Nella galleria che segue, le opere ancora conservate nella città che lo ha accolto.