C’era una volta, Bologna la Turrita
A Bologna si possono ancora osservare 22 torri medioevali. Secondo alcune fonti, alla fine del XIII secolo se ne contavano più di 100, costruite soprattutto a partire dell'XI secolo, tanto da attribuire l'appellativo di Turrita alla città. La prima torre è probabilmente datata 975 (torre Rodaldi) e l’ultima è stata la torre Galluzzi, terminata nel 1257, con l’eccezione della torre del distrutto Palazzo di Giovanni II Bentivoglio, terminata nel 1495. In origine le torri sono pubbliche ed utilizzate per difesa e avvistamento, come per esempio Garisenda e Asinelli. Dopo la morte di Matilde di Canossa (1115), l’influenza imperiale sulla città si indebolisce, ed alcune concessioni giurisdizionali ed economiche da parte dell’imperatore Enrico V sanciscono di fatto la nascita del libero Comune di Bologna. La nobiltà legata alla terra inizia a spostarsi dalle campagne in una città che stava diventando una delle più fiorenti d’Europa e qui si scontra con le ricche famiglie di mercanti. Ha inizio la lotta tra guelfi e i ghibellini, sostenitori rispettivamente del Papa e dell’Imperatore, in cui le torri giocano un ruolo importante. Quelle pubbliche (imperiali) passano nelle mani di famiglie facoltose (Garisendi e Asinelli per fare un esempio) e se ne costruiscono molte nuove, utilizzate a scopo offensivo e difensivo: in una città ancora costruita in legno, una struttura in muratura aveva di certo la sua efficacia. Ma la torre è soprattutto anche uno "status symbol" del prestigio raggiunto dalla famiglia che le possiede: a volte appartiene ad una sola famiglia (torre gentilizia), in alcuni casi è frutto del consorzio di famiglie appartenenti alla stessa fede politica (torre consortile). Alcune erano vere e proprie abitazioni, una casa-torre come la Catalani.
Le torri perdono di importanza dal Trecento, quando, cessata la lotta tra le due fazioni, viene meno la loro funzione. Non se ne costruiscono più e le preesistenti vengono a volte abbattute, a volte mozzate, inglobate in altri edifici e utilizzate per fini civili diversi.
Mancano quelle mitiche della Virtus