Piazza Santo Stefano, una delle Piazze più belle di Bologna, non esiste ufficialmente, perché considerata dal Comune parte della Via Santo Stefano, la strada che prende il nome da tempo immemorabile dalla presenza dell’omonimo Complesso di Chiese. La dignità di Piazza è però nel cuore dei bolognesi, che tale la considerano per la sua eleganza, per i Palazzi che la racchiudono, per il fascino che esercitano il Complesso di Santo Stefano e le leggende collegate alle sue antichissime origini. Detto anche delle Sette Chiese, il Complesso di Santo Stefano rappresenta un po’ la sintesi della cultura bolognese, sempre pronta ad adattarsi, assecondando il cambiamento, senza tuttavia dimenticare le proprie origini e la fede dei padri. Nel Complesso, infatti, convivono artisticamente e spiritualmente, nell’ordine, i Romani e i primi Cristiani, i Bizantini e i Longobardi fino ai Benedettini, in quella che la tradizione considera una ricostruzione simbolica dei luoghi della Passione di Cristo, come attesterebbe la sua antica denominazione: la Sancta Jerusalem sarebbe stata edificata sopra un preesistente tempio pagano dedicato ad Iside per volere di Petronio (vescovo di Bologna dal 431 al 450 e futuro Santo), che intendeva creare una meta spirituale alternativa lungo il pellegrinaggio dei fedeli sulla via per Roma.
La Basilica di Santo Stefano
Delle sette Chiese al giorno d’oggi ne rimangono solo quattro ben visibili, molto antiche, anche se giunte a noi un po' rimaneggiate. La Chiesa di San Giovanni Battista o del Santo Crocefisso (la più a destra) di origini longobarde, risale all'VIII secolo. Conserva il crocifisso di Simone dei Crocifissi risalente al 1380 circa. La Chiesa del Santo Sepolcro o del Calvario (al centro) risale al V secolo. Di forma rotonda, è dominata dalla riproduzione del Sepolcro di Cristo (secoli XII-XIV) entro cui in passato era custodita l'urna con le reliquie di San Petronio, attualmente conservate nella Basilica dedicata al Santo Patrono. Dietro di essa, il Cortile di Pilato, con un bacile marmoreo donato da Liutprando e Ilprando, re dei Longobardi, che avevano in Santo Stefano il loro principale centro religioso. La Chiesa dei Santi Vitale e Agricola (a sinistra) risale al IV secolo. La sua struttura disadorna, racchiude gli antichi sarcofagi dei Santi Vitale e Agricola, con capitelli di varie fogge, provenienti da precedenti costruzioni di età romana e bizantina. Infine, la Chiesa della Trinità o del Martyrium, ristrutturata tra il XII e il XIII secolo, dove si ammira un pregevole Presepe in legno dipinto e dorato (circa 1290-1370) da Simone dei Crocifissi.
All'interno, di dimensioni maggiori rispetto al cortile di Pilato, il Chiostro benedettino a duplice loggiato (secoli X-XIII). Il piano inferiore è probabilmente anteriore al Mille; quello superiore è un magnifico esempio di colonnato in stile romanico, probabilmente opera di Pietro d'Alberico nella metà del XII secolo. Interessanti i capitelli mostruosi, particolarmente due (uno rappresentante un uomo nudo schiacciato da un enorme macigno, un altro raffigurante un uomo con la testa girata di 180°, i quali avrebbero ispirato alcune forme di espiazione descritte nel Purgatorio al giovane Dante Alighieri. Il campanile del complesso, originario del XIII secolo, è stato sopraelevato nell'Ottocento.
Ciao Guido, sempre spettacolari i tuoi servizi fotografici arricchiti dalle note storiche, cordiali saluti per te e signora Arcangelo
Ricambiamo i saluti e ti ringrazio per il tuo commento.
moh cavolo! Come sei stato bravo! Belle le foto. Ottime le note, ciao
Grazie Mariano, un abbraccio.