Gli Etruschi, nei secoli tra il VI ed il V a.C., avevano già adibito alla sepoltura dei morti l'area occupata della Certosa di Bologna, così chiamata per la presenza in quei luoghi della Certosa di San Girolamo di Casara, un Monastero certosino fondato a partire dal 1334 dal giureconsulto guelfo Giovanni D’Andrea. Dal 1407 Niccolò Albergati, poi divenuto arcivescovo di Bologna nel 1417, assume la carica di priore del Monastero. Egli accoglie, tra i suoi segretari, due futuri pontefici, Niccolò V (Tommaso Parentucelli) e Pio II (Enea Silvio Piccolomini), e questi contribuiscono ad ampliare ed arricchire il monastero con opere d’arte e privilegi. Privilegi che durano sino al 1796, anno della soppressione degli ordini monastici, voluta da Napoleone Bonaparte. Il cambiamento napoleonico, porta con sé anche l’obbligo di tumulare in un'unica sede e al di fuori dell’area urbana, i defunti, in precedenza sepolti presso le singole parrocchie. Nel 1801 il Comune di Bologna decide la creazione di un grande cimitero extraurbano, dove convogliare tutte le salme dei bolognesi. Lo fa riutilizzando le preesistenti strutture del Convento dei Certosini in un’area divenuta demaniale. La forte passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione dei sepolcri familiari, trasforma presto la Certosa in un vero e proprio museo all'aria aperta, con sculture, affreschi e allegorie, quasi un libro aperto per leggere la storia e le vicende della vita dei nostri antenati, a volte anche con un pizzico di mistero sul loro significato.
Foto meravigliose. Complimenti!
Grazie Laura per i graditi complimenti.